Verso le elezioni novesi – Enzo Baiardo


EBaiardo1Nell’attesa di conoscere gli altri candidati ufficiali di questa tornata elettorale, con questa intervista ultimiamo l’elenco dei partecipanti alle primarie di Alternativa Novese, facendo qualche scomoda domanda ad Enzo Baiardo.

Nato nel ‘53, consulente assicurativo, campione di scherma, è alla sua prima esperienza sia come candidato alle amministrative che come candidato alle primarie (che del resto nel centro-destra non si sono mai svolte).

Enzo iniziamo subito parlando di Fratelli d’Italia: siete nati parlando di concreta alternativa a Berlusconi, ma alla ultime elezioni vi siete presentati insieme al pdl, difficoltà a tagliare il cordone ombelicale? Oppure paura di non farcela da soli?
Nessuna delle due. Fratelli d’Italia nasce da una presa di coscienza di Meloni, Crosetto e La Russa  che al rientro in campo di Berlusconi non si sarebbero svolte le primarie come concordato in un primo tempo. Paura di non farcela certamente no, se i fondatori avessero voluto garanzie di incarichi o di poltrone, sarebbero rimasti nel partito dove era sufficiente dire sempre si ad una persona. Corsetto ad esempio pur essendo consapevole che non sarebbe stato possibile raggiungere il quorum del 4%, si candidò al Senato, rimanendo fuori dal Parlamento. Tutto questo non significa aver smesso di condividere i principi di Centro-Destra, ma essendo ferventi sostenitori del bipolarismo, si è preferito far parte di una coalizione in modo da poter oggi fare in Parlamento le battaglie che ci contraddistinguono (Pensioni d’Oro, Banca d’Italia ecc..). Vorrei ricordare che grazie a noi è stata approvata l’impignorabilità della prima casa da parte dello Stato.

Chessa nei giorni scorsi ha rilanciato la candidatura di MariaRosa Porta, che era anche citata nella tua lettera di presentazione quale persona in grado di raccogliere ampio consenso, tu stesso hai fatto appello a tutto il centro destra, ma nessuno pare aver accettato per iscritto di concorrere alle primarie novesi. La domanda è lecito porsela: perchè? Regole troppo stringenti o certe persone sono ancora attaccate al vecchio modo di far politica, ovvero a decidere chiusi in una stanza tra pochi intimi?
In tutto quello che è accaduto in questi giorni e che, potrebbe ancora succedere, sicuramente il vecchio modo di fare politica riveste un ruolo determinante, accordi, accorducci, promesse di incarichi futuri e così via. Maria Rosa Porta, che oltre ad godere della mia stima è in grado di raccogliere consensi, è giusto che rivendichi una posizione di leadership che non avrebbe potuto ottenere in una coalizione come Alternativa Novese, perché c’è pari dignità tra i Candidati e nessuno è leader fino quando non si saranno espressi i cittadini.
Quanto alle altre forze politiche nessuno ha accettato la nostra proposta perché non credono nello strumento democratico delle primarie, ma se gli elettori non vogliono più liste bloccate, perché almeno a livello locale non dar loro modo di scegliere?
Alle nostre primarie non verranno certamente migliaia di persone, anche perché è la prima volta che le proponiamo, ma ritengo importante  il principio: SE VUOI PUOI SCEGLIERE.
In ogni caso ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte di fronte agli elettori che sempre più manifestano il desiderio di persone nuove con idee nuove e realizzabili.

Sempre a proposito di vecchie carampane, se il 1 marzo uscirai vincitore, saresti disposto ad accettare un patto di coalizione con chi oggi ha snobbato le primarie?
Ribadisco il concetto espresso prima, tutte queste forze di centro-destra, che abbiano accettato o meno le primarie, hanno (mi auguro) come obiettivo comune quello di contrapporsi alla sinistra, pertanto ognuno dei candidati farà in vista del 25 Maggio la sua campagna elettorale, ma sarà il ballottaggio a determinare veramente gli accordi che dovranno essere presi alla luce del sole per non tradire gli elettori, ma soprattutto dovranno cambiare finalmente il colore di Palazzo Pallavicino e di tutti i suoi satelliti.

Oramai due domande sono fisse per tutti, la prima riguarda il Terzo Valico: un’opera che stravolgerà il nostro territorio e che minaccia di lasciare senz’acqua molte zone, per non parlare di amianto e via dicendo. Di contro molti puntano sul fatto che se non si realizzerà il Porto di Genova morirà. Tu cosa ne pensi?
Il Terzo Valico mi lascia molto perplesso, purtroppo temo si possa rivelare la solita grande speculazione con magari una opera incompiuta. Ad oggi non ci sono precise garanzie sulla tutela delle fonti idriche e della salute pubblica. Gli stessi costi che difficilmente verranno rispettati mi pare non giustifichino il far arrivare a Rivalta le merci un’ora prima degli attuali tempi. Temo tuttavia che i Comuni possano fare poco in termini concreti per fermare l’opera e, se così fosse, il nuovo Sindaco dovrebbe vigilare attentamente sul rispetto della salute e capitalizzare ottenendo il massimo in termini di opere compensative. Il Porto di Genova non morirà certo per l’attuale velocità dei trasporti, ma paga ancora oggi gli errori commessi trentenni fa dalla Compagnia Unica che ha favorito lo sviluppo dei porti del Nord-Europa (vedi Rottrdam). Vorrei ricordare inoltre che la A26 venne costruita proprio per favorire i trasporti dal Nord-Europa al porto di Voltri e che recentemente il cemento destinato all’ampliamento di Panama da parte di imprese Italiane è stato respinto perché ritenuto di scarsa qualità, non sarà che lo rifilano a noi?

La seconda domanda fissa: Ospedale di Novi. E’ nato addirittura un comitato in difesa del nosocomio nostrano, forse perché alcuni ritengono che l’amministrazione comunale abbia fatto poco in sua difesa. Si parla da tempo di un mega ospedale tra Novi-Tortona-Alessandria, trasformando Novi in centro di lungodegenza, quale soluzione è migliore secondo te? Mantenere vivo l’ospedale o crearne uno nuovo?
In una era di iperspecializzazione  ritengo che anche l’assistenza sanitaria non si possa sottrarre a questa evoluzione. I costi della Sanità sono solo uno degli aspetti che andrebbero migliorati togliendo un po’ di politica dalle strutture che non solo pesa in termini economici, ma anche in termini di efficienza. Un polo di eccellenza con i migliori Primari (non scelti dai politici) e le migliori professionalità garantirebbero interventi di primordine con soddisfazione e sicurezza per i pazienti. Gli attuali ospedali saranno altrettanto importanti, se sapranno garantire una diagnostica precisa ed affidabile, una degenza post-operatoria efficiente e se saranno dotati di un Pronto Soccorso in grado non solo di smaltire con rapidità le attuali attese, ma dotati di medici delle varie specialità in grado di effettuare una diagnosi da “specialisti” e dirottare nell’arco di 30 minuti il caso urgente nel Centro di eccellenza che sarà appunto equidistante fra Novi-Tortona- Alessandria.

Novi di cosa ha bisogno per tornare a vivere e non vivacchiare?
Per tornare a vivere Novi ha fondamentalmente bisogno del motore principale del Paese che è il lavoro. Incentivare Aziende a collocarsi sul nostro territorio sarà una delle priorità anziché negargli l’insediamento (vedi Maruzzella) vuoi perché disponiamo di spazi inutilizzati che ci permettono di non consumare altro territorio, vuoi perché logisticamente siamo favoriti dalla posizione geografica. Fra non avere Aziende, o averne con forti incentivi che magari danno un po meno introiti alle casse comunali, non ho dubbi. Per far si che un imprenditore abbia interesse a trasferirsi bisogna inoltre garantirgli tutta una serie di servizi, ad esempio un ufficio specializzato nell’accesso ai fondi Europei.  La sicurezza è un altro aspetto per me fondamentale che in parte è legata anche alla pulizia della città. Chi vive senza regole certo non si preoccupa di gettare la carta nei cestini. Abbiamo un grande patrimonio culturale e persone capaci di valorizzarlo, ma solo quando sarà perfettamente fruibile si potrà pensare ad iniziative atte a far conoscere la Città. Nel 2012 l’Outlet ha accolto circa 4 milioni di visitatori, soprattutto stranieri, non voglio credere che non si possa attrarne l’ 1%. Naturalmente sarà necessario un coordinamento con tutto i territorio e una strategia di Marketing adeguata.
Il mio progetto si pone come obbiettivo finale di far si che le persone ambiscano a venire a vivere a Novi Ligure perché luogo più adatto dove lavorare e far crescere i propri figli.
Per tutte le informazioni e suggerimenti invito tutti a scrivermi all’indirizzo: enzo.baiardo@libero.it

Pubblicato su NoviOnLine 07 febbraio 2014 – Leggi l’articolo

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